Le origini
Le prime manifestazioni artistiche dell’umanità possiamo identificarle nel canto e nella danza e sin dall’età paleolitica rappresentarono e interpretarono le realtà della vita quotidiana, il mondo degli animali e della caccia, la nascita e la morte, le stagioni e i fenomeni naturali. Di fronte ai pochi millenni di cultura scritta, ovvero la storia, tutto questo è andato in gran parte perduto. Non è possibile, quindi, ricostruire in modo analitico la vita degli uomini del Paleolitico. Qualcosa però è rimasto: numerosi graffiti rinvenuti sulle pareti di alcune grotte. Dipinti raffiguranti animali (cavalli, bisonti, elefanti) spesso colorati con sostanze naturali, l’ocra, il giallo o il rosso, con un solo colore (monocromia) e a volte invece con più colori (policromia). Oltre a ciò è notevole la quantità di materiale cosiddetto “mobile”, sculture d’argilla simboleggianti spesso animali ed anche arpioni d’avorio scolpiti e incisi. Questi sono solo alcuni esempi di quella che è stata chiamata “arte glaciale” ovvero il primo movimento artistico dell’umanità.
L’arte paleolitica è soprattutto un’arte “magica”. Sia le pitture che le sculture degli animali servivano a propiziare una buona caccia, mentre le “Veneri paleolitiche” note anche come Veneri “steatopigiche” a causa dell’abnorme sviluppo di cosce e glutei, attesterebbero, per tale caratteristica, l’esistenza di riti per invocare la fertilità nelle donne delle tribù.
Oggetti rituali
I rapporti fra uomini e divinità sono stati espressi attraverso oggetti rituali presso tutte le culture e proprio per la loro funzione “sacrale” dovevano avere caratteristiche di raffinatezza e preziosità tali da essere di esclusivo dominio degli artisti.
Un esempio è quello dei bronzi cinesi, la cui produzione raggiunse livelli artistici di notevole elevazione fin dall’epoca Shang (XV-XI secolo a.C.). Il bronzo fu usato per molti secoli solo per fabbricare oggetti per cerimonie religiose e propiziatorie e al popolo ne era assolutamente interdetto l’uso. Si trattava prevalentemente di vasi per offerte rituali di cibo e bevande, di specchi, campane dalla forma di corolla e di coppe a tre o quattro gambe puntite, fino alle urne a forma di casa.
Oggetti ad uso quotidiano
L’interesse per la validità artistica degli oggetti ad uso quotidiano oggi è particolarmente vivo in relazione alla caduta di quelle barriere che dividevano l’arte “maggiore” o “aristocratica” da quella “minore” o “folcloristica”.
Nell’epoca della produzione e consumo di massa, il fascino di questi oggetti sta nella loro valenza di significati ed emozioni. Per chi non si accontenta di ammirarne i numerosi pregi estetici, può cogliere in questa produzione il senso del ritorno a temi fondamentali della vita: l’amore, la morte, la lotta per la sopravvivenza.
Oggetti nell’arte della guerra
Le produzioni artistiche delle varie culture erano strettamente connesse ai relativi momenti della vita sociale. Valenti artigiani produssero oggetti a scopo di offesa e difesa personale: armi da guerra, pugnali, lance, giavellotti, spade, armi da parata. Alla fabbricazione di questi oggetti l’uomo primitivo dedica la stessa attenzione di quella rivolta agli oggetti ad uso quotidiano.
L’accuratezza e la ricchezza nella decorazione nonché la raffinatezza nell’intaglio, sono affidate all’approvazione di divinità protettrici e quindi all’esito positivo della lotta.
La sontuosità decorativa dell’oggetto finisce però per spostare l’attenzione dal perché è stato forgiato, all’ammirazione dell’oggetto in sé. Ne è esempio la spada giapponese, arma terrificante, dove la tecnologia del fabbricante della lama d’acciaio incontra l’abilità e raffinatezza di incisori e cesellatori, il gusto e la precisione degli addetti ai cordoni intrecciati, fino ai fabbricanti di foderi e dei laccatori. Prima ancora che un oggetto da guerra, la spada giapponese è un oggetto sacro, è la materializzazione del codice d’onore del guerriero giapponese d’epoca feudale. E’ simbolo di garanzia dell’onore del guerriero, oggetto degno di ogni cura da parte del suo possessore e rispettata come lui stesso. Essa accompagna il samurai in ogni attimo della sua esistenza.